PENA DI MORTE IN ITALIA!!!

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fabbbbbio
icon5  view post Posted on 18/10/2011, 09:45 by: fabbbbbio




Forse non tutti lo sanno, o forse pochi se ne sono accorti, ma in Italia è ancora in vigore la pena di morte. Questa mia frase scaturisce da un’amara constatazione di alcuni fatti e può sembrare estremamente provocatoria, forte, offensiva ed irriguardosa nei confronti della nostra Costituzione e di tutti coloro che, a partire dal Presidente della Repubblica, lavorano nell’Amministrazione Pubblica e nelle Forze dell’Ordine per la nostra salvaguardia ed incolumità, eppure contiene una triste realtà. Purtroppo, basta aprire un giornale per leggere quasi tutti i giorni titoli tipo: “MOTOCICLISTA PERDE IL CONTROLLO DEL MEZZO E MUORE”. Dietro un titolo del genere si celano tante verità, tante storie, tante problematiche che si potrebbero comprendere solo leggendo con attenzione e competenza tecnica il verbale sull’incidente redatto dalla Polizia Stradale o Municipale, ma la prima impressione ed interpretazione del semplice lettore è che lo sciagurato motociclista ha commesso un errore, o forse una manovra azzardata, magari correva troppo e, quindi, se l’è andata proprio a cercare, ed i più cinici commenteranno pure: BEN GLI STA! Ma perché il malcapitato motociclista (o automobilista) ha perso il controllo del mezzo? Perché è morto? Purtroppo, certi incidenti non vengono analizzati ed esposti dai giornalisti dal punto di vista tecnico, non vengono spiegate le reali cause della perdita del controllo del mezzo e della seguente morte del conducente, ma vengono messi in luce solo gli aspetti umanitari (…lascia la moglie e due figli…), ed il deprecabile comportamento del conducente (…percorreva il viale ad alta velocità…), perché queste sono le cose che il lettore medio vuole leggere e perché in questa maniera non viene chiamata in causa l’Amministrazione Pubblica. È innegabile che per le strade circolano tanti indisciplinati (ciclisti e pedoni inclusi!) che con il loro comportamento causano incidenti dalle conseguenze anche gravi, ma è altrettanto vero che tanti disciplinati rimangono vittima di incidenti causati dalla cattiva progettazione, dall’incuria e dalla mancata manutenzione delle strade. Io stesso ho rischiato la vita e mi ritengo un miracolato perché, tempo fa, percorrendo un viale in centro città, mi scoppiò il copertone posteriore della Vespa a causa dell’impatto con lo spigolo tagliente di un tombino posto in mezzo alla corsia: grazie all’esperienza ed ad una buona dose di fortuna riuscii a non cadere ed ad essere investito dal camion che mi seguiva, altrimenti anche io sarei andato a far parte della schiera “MOTOCICLISTA PERDE IL CONTROLLO DEL MEZZO E MUORE”. A causa dell’ora tarda (erano le 8 di sera), al tempo perso per cambiare la ruota e la voglia di tornare a casa per riprendermi dallo spavento, non pensai a chiamare la Polizia Municipale per constatare la causa dell’incidente per poter chiedere al Comune il rimborso dei danni, però, a posteriori, mi sono amaramente pentito di ciò anche perché, a mente fredda, ho fatto una piccola considerazione: se io sbaglio e non rispetto il codice della strada, pago la multa, perché se chi dovrebbe garantire il buono stato delle strade sbaglia non deve pagare? Una buona progettazione avrebbe escluso la presenza del tombino in mezzo alla corsia (preferendo il posizionamento lungo il marciapiede o, eventualmente, lungo il controviale) e una buona manutenzione da parte del gestore avrebbe evitato il formarsi dello spigolo tagliente del tombino stesso
Quindi, prima considerazione: non sempre la causa della perdita del controllo del mezzo, ovvero dell’incidente, è riconducibile al comportamento scorretto del conducente (tipo: uso del telefonino senza vivavoce, velocità eccessiva, ecc.), ma tante volte è dovuta al cattivo stato della strada (buche, ghiaino, asfalto liso, ecc.), eppure il malcapitato è condannato a morte (o ad invalidità permanente) senza averne colpa, mentre il gestore della strada al più paga un indennizzo (coperto dall’assicurazione) ai parenti della vittima.
Come accennato, ci sono tanti indisciplinati per strada che, senza ragionare sugli effetti del proprio comportamento, corrono troppo, si distraggono per parlare al telefonino, oppure si mettono alla guida del proprio veicolo in condizioni psico-fisiche non ottimali. Purtroppo, anche in questi casi può accadere che il conducente perda il controllo del veicolo (auto o moto che sia) e ci rimetta la vita o rimanga gravemente ferito a causa dell’urto contro qualche ostacolo posto impropriamente a bordo strada. Ad esempio, è cronaca recente la vicenda di un automobilista che, dopo aver perso il controllo del proprio mezzo, è morto (dopo quattro giorni di agonia) in seguito all’urto contro un muro di contenimento posto a bordo strada e non opportunamente “schermato” da barriere protettive che avrebbero potuto/dovuto deviare la traiettoria dell’auto, evitando lo schianto del mezzo a perpendicolo contro lo spigolo vivo del muro stesso, con conseguenze meno gravi per il conducente dell’auto. Andando a ritroso, si trovano tanti articoli che riportano la morte di motociclisti ed automobilisti dovuta all’impatto con pali pubblicitari, paletti di sostegno dei guardrail, manufatti in cemento ed altri ostacoli posti a bordo strada non opportunamente protetti per evitare l’impatto diretto. Tuttavia, anche in questi casi l’evento viene quasi sempre “archiviato” facendo ricadere le colpe sul malcapitato conducente, reo di correre troppo e di aver infranto le regole del Codice della Strada, senza mettere in rilievo che sarebbe bastato qualche semplice accorgimento da parte dell’Amministrazione o del Gestore della strada per evitare il peggio al conducente, limitando i danni al solo veicolo. La dimostrazione pratica che non ci sia un nesso diretto tra velocità elevata e mortalità in caso di incidente è data dai circuiti automobilisti e motociclistici, ove, a fronte di velocità dei mezzi ben superiori ai 200 km/h, si registrano solo rarissimi casi di morte o invalidità dei piloti in caso di incidente e ciò grazie alla totale assenza di ostacoli a bordo pista ed alla predisposizione di barriere protettive che, smorzando l’energia cinetica del mezzo che esce di pista, riducono gli effetti dell’urto sul fisico del conducente; gli incidenti più gravi, quelli dove avviene il decesso dello sfortunato pilota, quasi sempre sono dovuti al fatto che questi viene investito da altri mezzi.
Quindi, seconda considerazione: per quanto sia convinto che certi comportamenti dei conducenti di auto e moto che trasgrediscono il codice della Strada siano da punire con severità, ritengo che la pena di morte applicata mediante guardrail ghigliottina, pali spezza-schiena e spigoli vivi di manufatti in cemento posti a bordo strada sia decisamente sproporzionata rispetto al capo di imputazione!
Da anni varie associazioni si danno da fare in maniera costruttiva per sensibilizzare sia l’Amministrazione Pubblica, sia i gestori di strade ed autostrade perché quelle di nuova costruzione siano allestite in maniera più sicura e che quelle già in essere siano adeguate ai nuovi standard di sicurezza, con particolare riguardo all’incolumità dei motociclisti, l’elemento debole della catena, ma l’impressione che ho è che la loro voce rimanga inascoltata. Anche io, di recente, mi sono sentito dire da un alto Dirigente che ci sono troppe Associazioni a parlare di sicurezza stradale: beh, forse questo è vero, forse ci vorrebbe anche un maggior coordinamento tra le varie Associazioni, ma è altrettanto vero che se sono in tante, “troppe”, a chiedere strade più sicure, forse ci sono dei buoni motivi!!!
Purtroppo, la frase che si sente dire più frequentemente da chi ci amministra e ci governa è che non ci sono fondi per finanziare gli interventi di manutenzione ed adeguamento delle strade, però, personalmente mi sorgono alcuni dubbi: come mai prima del passaggio dei ciclisti del Giro d’Italia questi fondi vengono “miracolosamente” reperiti? Nella programmazione finanziaria generale, viene tenuto conto del fatto che, ad esempio, i costi sociali di mantenimento di un invalido a causa di incidente stradale sono spesso superiori ai costi di intervento di manutenzione ed adeguamento di quello stesso guardrail che ha reso invalido il malcapitato? Possibile che la vita di uno sfortunato motociclista valga meno di un palo pubblicitario messo a bordo strada?
È chiaro che per un cittadino “medio” come me, che non conosce appieno le varie problematiche e sfaccettature della sicurezza stradale, è facile criticare l’Amministrazione Pubblica, ma è altrettanto vero che certe migliorie potrebbero essere apportate quasi a costo zero; che se le cause e gli effetti degli incidenti venissero analizzati ed elaborati da chi di dovere, almeno le strade nuove sarebbero realizzate in maniera più sicura e, magari, potrebbero essere corretti anche alcuni problemi di quelle vecchie, così da evitare il ripetersi di tante morti inutili; che se ci fosse maggior dialogo e scambio di idee tra l’Amministrazione Pubblica ed i vari motoclub probabilmente le nostre strade sarebbero un po’ più “motociclisticamente” sicure; che se ci fosse maggior collaborazione tra le parti si riuscirebbe anche a ridurre il problema degli “smanettoni” che nei week end corrono lungo le strade dei passi di montagna alla ricerca di emozioni forti. A tal riguardo, non posso astenermi dal notare come a fronte di azioni (giustamente) severe messe in atto dalle Forze dell’Ordine nei confronti degli “smanettoni”, non corrispondono altrettante azioni da parte dei Gestori delle strade per far si che queste siano più sicure, a tutela dell’incolumità dell’utente, ed in questo chi ci rimette di più sono proprio i motociclisti.


Edited by fabbbbbio - 18/10/2011, 13:30
 
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